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07.05.2020

Il Corriere della Sera e la nostra Artist Call


Le prime reazioni al lancio dell’Artist Call sono già molto positive e tutto fa pensare che questo progetto sarà un grande collettore spontaneo dei pensieri e dei sentimenti dei nostri ragazzi. Merito anche del bell’articolo di Stefania Chiale uscito oggi sul Corriere della Sera, di cui riportiamo con immenso piacere alcuni stralci.

S’intrecciano memoria, racconto, testimonianza e creatività nell “Artist Call”con cui la Fondazione Scuola della Comunità Ebraica di Milano si rivolge agli studenti di tutte le scuola della Lombardia, di ogni ordine e grado.
“Io resto a casa, la mia fantasia no!” è il titolo dell’invito a raccontare, attraverso opere d’arte visive, le giornate di quarantena che hanno cambiato la nostra vita. In particolare quella dei ragazzi, con la necessità di stare a casa, l’eliminazione della socialità rappresentata dalla scuola, le lezioni a distanza, i timori, ma anche la creatività che ne è scaturita, le speranze, la riscoperta di relazioni de degli strumenti che ci permettono di coltivarle a distanza. (...)
“L’idea – spiega Guido Jarach, consigliere e responsabile della Commissione Comunicazione della Fondazione – è nata per cercare di stimolare l’ottimismo e la creatività dei ragazzi, in un momento in cui prevalgono la negatività e gli aspetti pessimistici di una quarantena che genera incertezza sul futuro”.
L’aver potuto trascorre più tempo con i propri genitori o l’essere riusciti a tenersi in contatto nelle difficoltà grazie alla tecnologia sono solo alcuni esempi.
“Questo periodo ci ha fatto apprezzare quanto potente possa essere lo strumento tecnologico per colmare la distanza fisica. E anche per cambiare le nostre abitudini: lo smart working dei genitori o le nuove sfide della scuola”.

Ai ragazzi è chiesto di “costruire il racconto di questi giorni –dice il Presidente della Fondazione Marco Grego -: la loro immaginazione ci permetterà di comprendere e tramandare l’esperienza di questa quarantena, magari trasformandola in qualcosa di positivo”. (…)


Aspettiamo tante opere dei ragazzi delle scuole della Lombardia che possono inviarcele da qui 
07.05.2020

Il Corriere della Sera e la nostra Artist Call


Le prime reazioni al lancio dell’Artist Call sono già molto positive e tutto fa pensare che questo progetto sarà un grande collettore spontaneo dei pensieri e dei sentimenti dei nostri ragazzi. Merito anche del bell’articolo di Stefania Chiale uscito oggi sul Corriere della Sera, di cui riportiamo con immenso piacere alcuni stralci.

S’intrecciano memoria, racconto, testimonianza e creatività nell “Artist Call”con cui la Fondazione Scuola della Comunità Ebraica di Milano si rivolge agli studenti di tutte le scuola della Lombardia, di ogni ordine e grado.
“Io resto a casa, la mia fantasia no!” è il titolo dell’invito a raccontare, attraverso opere d’arte visive, le giornate di quarantena che hanno cambiato la nostra vita. In particolare quella dei ragazzi, con la necessità di stare a casa, l’eliminazione della socialità rappresentata dalla scuola, le lezioni a distanza, i timori, ma anche la creatività che ne è scaturita, le speranze, la riscoperta di relazioni de degli strumenti che ci permettono di coltivarle a distanza. (...)
“L’idea – spiega Guido Jarach, consigliere e responsabile della Commissione Comunicazione della Fondazione – è nata per cercare di stimolare l’ottimismo e la creatività dei ragazzi, in un momento in cui prevalgono la negatività e gli aspetti pessimistici di una quarantena che genera incertezza sul futuro”.
L’aver potuto trascorre più tempo con i propri genitori o l’essere riusciti a tenersi in contatto nelle difficoltà grazie alla tecnologia sono solo alcuni esempi.
“Questo periodo ci ha fatto apprezzare quanto potente possa essere lo strumento tecnologico per colmare la distanza fisica. E anche per cambiare le nostre abitudini: lo smart working dei genitori o le nuove sfide della scuola”.

Ai ragazzi è chiesto di “costruire il racconto di questi giorni –dice il Presidente della Fondazione Marco Grego -: la loro immaginazione ci permetterà di comprendere e tramandare l’esperienza di questa quarantena, magari trasformandola in qualcosa di positivo”. (…)


Aspettiamo tante opere dei ragazzi delle scuole della Lombardia che possono inviarcele da qui