News e Articoli / Avviato per medie e superiori il progetto sui bisogni educativi speciali, coinvolgerà insegnanti, famiglie e studenti

Avviato per medie e superiori il progetto sui bisogni educativi speciali, coinvolgerà insegnanti, famiglie e studenti

È già stato avviato, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, il nuovo progetto dedicato ai disturbi specifici dell’apprendimento degli studenti. Il nome del progetto è di per sé eloquente – “Bisogna esplorare sapientemente così da poter dire domani saremo autonomi” – e ne sottolinea l’obiettivo: fornire ai ragazzi con problemi di apprendimento strategie per sviluppare le proprie capacità e competenze in modo da compensare le difficoltà e raggiungere un livello di autonomia che consenta loro di avere successo negli studi, presenti e futuri.

Il progetto è stato voluto dal preside Marco Camerini ed è finanziato dalla Fondazione Scuola: a coordinarlo per le scuole secondarie è Eliana Feyer, psicoterapeuta e già docente di filosofia e storia: «Si tratta di un progetto a tutto tondo che coinvolge gli insegnanti, le famiglie e gli studenti e che si avvale della collaborazione di Lucia Barolo, psicologa specializzata che ha già lavorato in questo ambito con la Scuola Ebraica di Torino», spiega Feyer. «La prima fase è formare gli insegnanti a comprendere una diagnosi di disturbo dell’apprendimento, a capire le difficoltà dell’alunno ma anche a individuarne e valorizzarne i punti di forza, sui quali si svilupperà poi il lavoro individuale. I ragazzi con questo tipo di disturbi hanno un buon potenziale cognitivo e intellettivo, e gli insegnanti devono aiutarli a trovare la strada per esprimerlo».

È già stato svolto un incontro introduttivo mirato a indagare la formazione pregressa del corpo docente e uniformarne le conoscenze; ora si parte con gli incontri “pratici”, nei quali Lucia Barolo porterà esperienze, esempi e consigli, guidando gli insegnanti nella definizione di strategie di supporto individuali per ogni ragazzo.

La fase successiva sarà il coinvolgimento delle famiglie: «Sarà un percorso di ascolto per capire difficoltà e preoccupazioni ma anche di “alfabetizzazione”, perché spesso i genitori si aspettano da parte della scuola misure che in realtà non aiutano a sviluppare il potenziale dei loro figli» dice Eliana Feyer. «Chi riceve più aiuto ha poi meno strumenti per andare avanti autonomamente, e vogliamo quindi spiegare alle famiglie che la scuola tiene sempre conto delle difficoltà, ma che è anche necessario stimolare i ragazzi, richiedere loro motivazione e sforzi: solo così potranno sviluppare nuove risorse». L’ultima fase del progetto sarà costituita dal lavoro individuale con i ragazzi, in un percorso che potrà estendersi sull’intera durata dell’anno scolastico.

Nel sostenere questo progetto la Fondazione Scuola si è dimostrata come sempre attenta ai bisogni speciali: «Per qualsiasi iniziativa io abbia portato avanti negli anni su questo tema ho sempre trovato grande sensibilità da parte della Fondazione» conferma Feyer. «Ho sempre detto che la Fondazione è l’anima che ci permette di fare scuola sapendo che possiamo arrivare a tutti gli alunni».

Avviato per medie e superiori il progetto sui bisogni educativi speciali, coinvolgerà insegnanti, famiglie e studenti

È già stato avviato, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, il nuovo progetto dedicato ai disturbi specifici dell’apprendimento degli studenti. Il nome del progetto è di per sé eloquente – “Bisogna esplorare sapientemente così da poter dire domani saremo autonomi” – e ne sottolinea l’obiettivo: fornire ai ragazzi con problemi di apprendimento strategie per sviluppare le proprie capacità e competenze in modo da compensare le difficoltà e raggiungere un livello di autonomia che consenta loro di avere successo negli studi, presenti e futuri.

Il progetto è stato voluto dal preside Marco Camerini ed è finanziato dalla Fondazione Scuola: a coordinarlo per le scuole secondarie è Eliana Feyer, psicoterapeuta e già docente di filosofia e storia: «Si tratta di un progetto a tutto tondo che coinvolge gli insegnanti, le famiglie e gli studenti e che si avvale della collaborazione di Lucia Barolo, psicologa specializzata che ha già lavorato in questo ambito con la Scuola Ebraica di Torino», spiega Feyer. «La prima fase è formare gli insegnanti a comprendere una diagnosi di disturbo dell’apprendimento, a capire le difficoltà dell’alunno ma anche a individuarne e valorizzarne i punti di forza, sui quali si svilupperà poi il lavoro individuale. I ragazzi con questo tipo di disturbi hanno un buon potenziale cognitivo e intellettivo, e gli insegnanti devono aiutarli a trovare la strada per esprimerlo».

È già stato svolto un incontro introduttivo mirato a indagare la formazione pregressa del corpo docente e uniformarne le conoscenze; ora si parte con gli incontri “pratici”, nei quali Lucia Barolo porterà esperienze, esempi e consigli, guidando gli insegnanti nella definizione di strategie di supporto individuali per ogni ragazzo.

La fase successiva sarà il coinvolgimento delle famiglie: «Sarà un percorso di ascolto per capire difficoltà e preoccupazioni ma anche di “alfabetizzazione”, perché spesso i genitori si aspettano da parte della scuola misure che in realtà non aiutano a sviluppare il potenziale dei loro figli» dice Eliana Feyer. «Chi riceve più aiuto ha poi meno strumenti per andare avanti autonomamente, e vogliamo quindi spiegare alle famiglie che la scuola tiene sempre conto delle difficoltà, ma che è anche necessario stimolare i ragazzi, richiedere loro motivazione e sforzi: solo così potranno sviluppare nuove risorse». L’ultima fase del progetto sarà costituita dal lavoro individuale con i ragazzi, in un percorso che potrà estendersi sull’intera durata dell’anno scolastico.

Nel sostenere questo progetto la Fondazione Scuola si è dimostrata come sempre attenta ai bisogni speciali: «Per qualsiasi iniziativa io abbia portato avanti negli anni su questo tema ho sempre trovato grande sensibilità da parte della Fondazione» conferma Feyer. «Ho sempre detto che la Fondazione è l’anima che ci permette di fare scuola sapendo che possiamo arrivare a tutti gli alunni».