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La Scuola d’eccellenza è quella inclusiva e valoriale

L’anno scolastico è cominciato nel segno della continuità ma con molti nuovi progetti in cantiere. Il preside Marco Camerini racconta la ripresa delle attività in una nuova normalità, la collaborazione con la Fondazione Scuola e l’attenzione per la dimensione valoriale nel costruire un progetto educativo d’eccellenza.

«Questo anno scolastico è un punto di svolta: è cominciato all’insegna della normalità, senza più le restrizioni imposte dalla pandemia, e per la Scuola ciò significa non solo la ripresa delle attività che erano state sospese, ma anche la possibilità di dare continuità ai progetti avviati e di metterne in cantiere di nuovi». Marco Camerini, preside della Scuola Ebraica di Milano da gennaio 2022, ha una visione chiara della direzione da dare all’istituto, delle priorità su cui concentrarsi e dell’impronta educativa che la Scuola deve lasciare agli studenti al di là delle direttive ministeriali.

«Fin dal mio arrivo, che è stato ad anno scolastico già iniziato e quindi particolarmente impegnativo, ho lavorato su alcuni obiettivi principali: l’ascolto e la costruzione di una relazione positiva con tutti gli attori che gravitano intorno alla scuola, la riorganizzazione interna riaffermando ruoli e responsabilità e l’avvio di progetti improntati non solo all’eccellenza scolastica in quanto tale, ma anche alla trasmissione di valori fondamentali dell’identità ebraica».

La costruzione del senso etico come carattere distintivo
Uno dei primi temi che Camerini ha affrontato è stato proprio quello dell’inclusione, avviando un progetto dedicato agli studenti con disturbi dell’apprendimento: formazione specifica per gli insegnanti, attività in classe con una psicologa specializzata che aiuta i ragazzi a mettere a punto strategie per compensare le difficoltà facendo leva sui propri punti di forza e, infine, il coinvolgimento diretto delle famiglie con incontri che inizieranno a breve. «L’importante, in un progetto del genere, è agire su tutto il sistema coinvolgendo l’intera comunità educante per creare cultura e linguaggio comuni su fragilità e disturbi dell’apprendimento e lavorare così in modo coerente» spiega Camerini.

L’inclusione, secondo il preside, è però soltanto uno dei temi su cui si costruisce l’eccellenza, che di per sé, se non inquadrata in un sistema di valori, significa poco: «Una scuola di eccellenza come vorrei fosse la nostra deve riuscire a forgiare una generazione di giovani adulti portatori di valori che si esprimano prima di tutto in comportamenti corretti verso gli altri» afferma Camerini.

«La trasmissione di un sistema valoriale basato sull’identità ebraica deve essere una delle nostre priorità, perché la qualità dell’educazione non si esaurisce nelle competenze o nelle nozioni richieste dal Ministero. Oggi la cultura del voto è molto marcata e certo, i risultati scolastici sono importanti. Ma se poi ci sono studenti che si sentono esclusi o messi alla berlina per le loro difficoltà, significa che abbiamo trascurato un aspetto fondamentale. Quello che dovrebbe differenziare la nostra scuola dalle altre, anche in senso ebraico, è proprio il riuscire a tenere insieme le due dimensioni: una solida preparazione e un forte senso etico».

La ricetta magica ovviamente non esiste, ma Camerini qualche idea ce l’ha: «I comportamenti virtuosi dei ragazzi devono essere incentivati, stimolandoli in maniera premiante. Sulla scia di esperienze fatte da altre scuole con cui siamo in contatto, si sta pensando per esempio di avviare un progetto di attività ludiche che li valorizzino, con squadre che possono guadagnare o perdere punti a seconda del comportamento dei propri membri, combinando responsabilità individuale e collettiva; alla fine del percorso ci potrà essere una squadra vincitrice. L’idea è di trasmettere agli studenti il messaggio che i comportamenti virtuosi sono visti, riconosciuti e celebrati».

La collaborazione con la Fondazione Scuola
Il progetto voluto dal preside sui disturbi dell’apprendimento è stato finanziato dalla Fondazione Scuola. E a giugno la Fondazione, in collaborazione con la Comunità, ha assegnato per la prima volta due borse di studio per qualità morali ed etiche, proprio allo scopo di valorizzare i buoni comportamenti degli studenti. Una comunità di vedute che conferma la comunità di intenti. Con la Fondazione il preside Cameriniha infatti instaurato da subito un fattivo rapporto di collaborazione. «La Fondazione si è dimostrata molto capace di attrarre fondi dai donatori e di porsi come “intermediario” fra i bisogni della scuola e le risorse a disposizione» conferma Camerini. «Ogni volta che ho richiesto supporto per progetti che ritenevo importanti ho sempre trovato ascolto, interesse e risposte positive. Da parte mia cerco di fare richieste ponderate: le esigenze della scuola sono tante, ma è necessario fare una selezione per portare alla Fondazione i progetti prioritari o comunque di maggior rilievo».

Il supporto della Fondazione è fondamentale anche su un altro fronte, dice il preside, quello dei viaggi formativi in Israele e in Polonia, che riprendono dopo due anni di sospensione. «La Fondazione è indispensabile: ci sono famiglie che non possono sostenere le spese dei viaggi, ma nessuno deve essere lasciato indietro. Fa parte del sistema valoriale che sosteniamo, perché inclusione significa anche eliminare le barriere economiche che impediscono la partecipazione alle attività della scuola» afferma Camerini.

I nuovi progetti da mettere in cantiere
Con l’avvio del nuovo anno scolastico Marco Camerini vorrebbe mettere in cantiere nuovi progetti per arricchire l’offerta formativa dell’istituto. Per esempio l’aggiornamento delle dotazioni tecnologiche. «La didattica è oggi sempre più digitalizzata e fa uso di dispositivi che sono divenuti la base indispensabile per fare lezione. Dobbiamo tenere aggiornati i nostri strumenti ma non solo: dobbiamo anche fare in modo la tecnologia sia sfruttata appieno e responsabilmente, facendo educazione digitale e corsi di formazione professionale».

Un altro fronte dei futuri progetti di Camerini è quello delle lingue straniere, cominciando dall’inglese: «Vorrei avviare un processo con Cambridge o altri soggetti accreditati per portare gli studenti a conseguire, con il supporto degli insegnanti, le certificazioni previste per la loro fascia di età. La certificazione non solo è un attestato riconosciuto a livello internazionale, ma anche un’opportunità per i ragazzi di misurarsi sulla conoscenza della lingua e confrontarsi con l’esterno».

E in tema di confronto con il mondo esterno Camerini sta lavorando anche sulle occasioni di scambio internazionali: «Abbiamo attivato canali di comunicazione con alcune scuole ebraiche europee e se non ci saranno altre emergenze sanitarie mi piacerebbe, per esempio, mandare per una settimana una nostra classe in una di queste scuole, magari cominciando con Barcellona». Una straordinaria opportunità di arricchimento per i ragazzi, in linea con la visione di una Scuola aperta al confronto e proiettata verso il futuro.

Le idee sono tante, le cose da fare ancora di più. Ma per farle, dice il preside, «occorre che tutta la comunità educante si senta coinvolta e parte di un percorso comune, nel rispetto dei diversi ruoli e con la consapevolezza di lavorare per un unico obiettivo: fare crescere la Scuola e mantenerne alta la qualità per offrire agli studenti il miglior ambiente educativo possibile».

La Scuola d’eccellenza è quella inclusiva e valoriale

L’anno scolastico è cominciato nel segno della continuità ma con molti nuovi progetti in cantiere. Il preside Marco Camerini racconta la ripresa delle attività in una nuova normalità, la collaborazione con la Fondazione Scuola e l’attenzione per la dimensione valoriale nel costruire un progetto educativo d’eccellenza.

«Questo anno scolastico è un punto di svolta: è cominciato all’insegna della normalità, senza più le restrizioni imposte dalla pandemia, e per la Scuola ciò significa non solo la ripresa delle attività che erano state sospese, ma anche la possibilità di dare continuità ai progetti avviati e di metterne in cantiere di nuovi». Marco Camerini, preside della Scuola Ebraica di Milano da gennaio 2022, ha una visione chiara della direzione da dare all’istituto, delle priorità su cui concentrarsi e dell’impronta educativa che la Scuola deve lasciare agli studenti al di là delle direttive ministeriali.

«Fin dal mio arrivo, che è stato ad anno scolastico già iniziato e quindi particolarmente impegnativo, ho lavorato su alcuni obiettivi principali: l’ascolto e la costruzione di una relazione positiva con tutti gli attori che gravitano intorno alla scuola, la riorganizzazione interna riaffermando ruoli e responsabilità e l’avvio di progetti improntati non solo all’eccellenza scolastica in quanto tale, ma anche alla trasmissione di valori fondamentali dell’identità ebraica».

La costruzione del senso etico come carattere distintivo
Uno dei primi temi che Camerini ha affrontato è stato proprio quello dell’inclusione, avviando un progetto dedicato agli studenti con disturbi dell’apprendimento: formazione specifica per gli insegnanti, attività in classe con una psicologa specializzata che aiuta i ragazzi a mettere a punto strategie per compensare le difficoltà facendo leva sui propri punti di forza e, infine, il coinvolgimento diretto delle famiglie con incontri che inizieranno a breve. «L’importante, in un progetto del genere, è agire su tutto il sistema coinvolgendo l’intera comunità educante per creare cultura e linguaggio comuni su fragilità e disturbi dell’apprendimento e lavorare così in modo coerente» spiega Camerini.

L’inclusione, secondo il preside, è però soltanto uno dei temi su cui si costruisce l’eccellenza, che di per sé, se non inquadrata in un sistema di valori, significa poco: «Una scuola di eccellenza come vorrei fosse la nostra deve riuscire a forgiare una generazione di giovani adulti portatori di valori che si esprimano prima di tutto in comportamenti corretti verso gli altri» afferma Camerini.

«La trasmissione di un sistema valoriale basato sull’identità ebraica deve essere una delle nostre priorità, perché la qualità dell’educazione non si esaurisce nelle competenze o nelle nozioni richieste dal Ministero. Oggi la cultura del voto è molto marcata e certo, i risultati scolastici sono importanti. Ma se poi ci sono studenti che si sentono esclusi o messi alla berlina per le loro difficoltà, significa che abbiamo trascurato un aspetto fondamentale. Quello che dovrebbe differenziare la nostra scuola dalle altre, anche in senso ebraico, è proprio il riuscire a tenere insieme le due dimensioni: una solida preparazione e un forte senso etico».

La ricetta magica ovviamente non esiste, ma Camerini qualche idea ce l’ha: «I comportamenti virtuosi dei ragazzi devono essere incentivati, stimolandoli in maniera premiante. Sulla scia di esperienze fatte da altre scuole con cui siamo in contatto, si sta pensando per esempio di avviare un progetto di attività ludiche che li valorizzino, con squadre che possono guadagnare o perdere punti a seconda del comportamento dei propri membri, combinando responsabilità individuale e collettiva; alla fine del percorso ci potrà essere una squadra vincitrice. L’idea è di trasmettere agli studenti il messaggio che i comportamenti virtuosi sono visti, riconosciuti e celebrati».

La collaborazione con la Fondazione Scuola
Il progetto voluto dal preside sui disturbi dell’apprendimento è stato finanziato dalla Fondazione Scuola. E a giugno la Fondazione, in collaborazione con la Comunità, ha assegnato per la prima volta due borse di studio per qualità morali ed etiche, proprio allo scopo di valorizzare i buoni comportamenti degli studenti. Una comunità di vedute che conferma la comunità di intenti. Con la Fondazione il preside Cameriniha infatti instaurato da subito un fattivo rapporto di collaborazione. «La Fondazione si è dimostrata molto capace di attrarre fondi dai donatori e di porsi come “intermediario” fra i bisogni della scuola e le risorse a disposizione» conferma Camerini. «Ogni volta che ho richiesto supporto per progetti che ritenevo importanti ho sempre trovato ascolto, interesse e risposte positive. Da parte mia cerco di fare richieste ponderate: le esigenze della scuola sono tante, ma è necessario fare una selezione per portare alla Fondazione i progetti prioritari o comunque di maggior rilievo».

Il supporto della Fondazione è fondamentale anche su un altro fronte, dice il preside, quello dei viaggi formativi in Israele e in Polonia, che riprendono dopo due anni di sospensione. «La Fondazione è indispensabile: ci sono famiglie che non possono sostenere le spese dei viaggi, ma nessuno deve essere lasciato indietro. Fa parte del sistema valoriale che sosteniamo, perché inclusione significa anche eliminare le barriere economiche che impediscono la partecipazione alle attività della scuola» afferma Camerini.

I nuovi progetti da mettere in cantiere
Con l’avvio del nuovo anno scolastico Marco Camerini vorrebbe mettere in cantiere nuovi progetti per arricchire l’offerta formativa dell’istituto. Per esempio l’aggiornamento delle dotazioni tecnologiche. «La didattica è oggi sempre più digitalizzata e fa uso di dispositivi che sono divenuti la base indispensabile per fare lezione. Dobbiamo tenere aggiornati i nostri strumenti ma non solo: dobbiamo anche fare in modo la tecnologia sia sfruttata appieno e responsabilmente, facendo educazione digitale e corsi di formazione professionale».

Un altro fronte dei futuri progetti di Camerini è quello delle lingue straniere, cominciando dall’inglese: «Vorrei avviare un processo con Cambridge o altri soggetti accreditati per portare gli studenti a conseguire, con il supporto degli insegnanti, le certificazioni previste per la loro fascia di età. La certificazione non solo è un attestato riconosciuto a livello internazionale, ma anche un’opportunità per i ragazzi di misurarsi sulla conoscenza della lingua e confrontarsi con l’esterno».

E in tema di confronto con il mondo esterno Camerini sta lavorando anche sulle occasioni di scambio internazionali: «Abbiamo attivato canali di comunicazione con alcune scuole ebraiche europee e se non ci saranno altre emergenze sanitarie mi piacerebbe, per esempio, mandare per una settimana una nostra classe in una di queste scuole, magari cominciando con Barcellona». Una straordinaria opportunità di arricchimento per i ragazzi, in linea con la visione di una Scuola aperta al confronto e proiettata verso il futuro.

Le idee sono tante, le cose da fare ancora di più. Ma per farle, dice il preside, «occorre che tutta la comunità educante si senta coinvolta e parte di un percorso comune, nel rispetto dei diversi ruoli e con la consapevolezza di lavorare per un unico obiettivo: fare crescere la Scuola e mantenerne alta la qualità per offrire agli studenti il miglior ambiente educativo possibile».