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Dedicate a Micky Sciama la sede della Fondazione e una raccolta fondi

Micky Sciama ci lasciava giusto un anno fa, e ora la sede della Fondazione Scuola porterà il suo nome. Infatti il Consiglio ha deciso di intitolargli la propria sede per onorare l’impegno e la dedizione che metteva nel prendersi cura della Fondazione con cui aveva un legame molto forte. “Per anni Micky ha avuto una seconda famiglia, ma noi figlie non ne eravamo certo gelose, perché questa famiglia era la Fondazione Scuola! Anzi, per noi era motivo di orgoglio il suo impegno verso un progetto così importante per la nostra comunità che lui voleva condividere con tutti e in ogni momento.” Se la scuola era la sua casa, l’ufficio della sede era il suo salotto in cui passava molto tempo per sviluppare progetti, incontrare persone, parlare con i donatori, ma anche imbustare se era necessario!
Era il suo modo di lavorare al servizio di progetti che riteneva utili per tutti. Tutti noi sappiamo quanto fosse fondamentale il suo lavoro e quanto fosse coinvolgente l’entusiasmo che riusciva a trasmettere a tutti coloro che gli erano vicino. Un sentimento comprensibile perché aveva il dono di capire le persone, sceglierle, coinvolgerle.
Per Micky ogni persona era importante ed andava ascoltata; con profonda attenzione e rispetto riusciva a far convivere diverse opinioni e a creare armonia.
Condivideva la gioia dei successi con un sorriso che scaldava il cuore, e se qualcosa andava meno bene non si perdeva d’animo: “Ça ira mieux la prochaine fois”, diceva con un po’ di amarezza ma pronto a rimettersi in gioco.
Se la Fondazione era la sua famiglia, la scuola ebraica era la sua seconda casa, un luogo in cui respirare in ogni momento gli insegnamenti ebraici. Per lui i risultati raggiunti dalla scuola erano il punto di partenza per costruire qualcosa di più grande e se possibile di ancora più coinvolgente. Non ci stupisce il racconto dei suoi cari quando ci spiegano che sulla sua scrivania hanno trovato molti quaderni pieni di appunti e idee per progetti rivolti alla scuola da portare avanti con la Fondazione, la sua progettualità era fervente ed instancabile il suo impegno.
Era entrato in Fondazione nel 2009, fu Cobi Benatoff a coinvolgerlo in un programma di rilancio e lui si mise al lavoro da subito diventando consigliere per ben due mandati e poi consigliere onorario. Tra le tante iniziative che ha contribuito a ideare e promuovere c’è la Cena di Gala. In molti ricordano con emozione il suo partecipare all’organizzazione di quello che sarebbe diventato l’appuntamento principale nel calendario degli incontri della Fondazione e la sua dedizione nel seguire ogni dettaglio delle otto edizioni come membro della Commissione eventi: teneva in particolare all’esibizione dei bambini della quale non si perdeva mai le prove finali. E poi, dopo tutti gli sforzi per la buona riuscita della serata, durante il Gala, si assentava se necessario per coordinare gli ultimi dettagli, rinunciando persino ad ascoltare gli ospiti tanto attesi. Restava poi al lavoro fino a notte tarda per non perdersi la fase di chiusura con i consiglieri. Inutile pregarlo di non strapazzarsi troppo, quel momento per lui era una gioia, nessuno poteva fermarlo!
Fece parte per molti anni della Commissione Comunicazione e anche lì la sua energia lasciò il segno: il rilancio dell’immagine con un nuovo logo, sito, materiali, iniziative e progetti grandi e piccoli… Era un visionario e ascoltava con entusiasmo e curiosità proposte e progetti facendo di tutto per realizzare quelli in cui credeva. Essere fuori dal coro non gli faceva mai paura e quando non era d’accordo lo diceva schiettamente, risultando così convincente che era quasi impossibile non condividere le sue proposte. Anche perché si metteva in gioco di persona, se c’era qualcosa da discutere saltava in bicicletta e in pochi minuti era alla tua porta pronto a convincerti.
Uno dei suoi impegni maggiori era riconfermare ogni anno gli sponsor a lui legati, era impossibile dirgli no! La sua tenacia era dovuta anche ad aver ben in mente le esigenze della Fondazione, tra i tanti incarichi infatti era il responsabile degli Affari Generali e quindi conosceva bene cosa serviva al raggiungimento degli obiettivi.
Per onorare la sua memoria la Fondazione e la famiglia avvieranno una raccolta fondi a favore della Scuola che tanto stava a cuore a Micky.
Grazie Micky per l’eperienza e gli insegnamenti che ci hai lasciato. Manchi e mancherai sempre tanto.
Dedicate a Micky Sciama la sede della Fondazione e una raccolta fondi

Micky Sciama ci lasciava giusto un anno fa, e ora la sede della Fondazione Scuola porterà il suo nome. Infatti il Consiglio ha deciso di intitolargli la propria sede per onorare l’impegno e la dedizione che metteva nel prendersi cura della Fondazione con cui aveva un legame molto forte. “Per anni Micky ha avuto una seconda famiglia, ma noi figlie non ne eravamo certo gelose, perché questa famiglia era la Fondazione Scuola! Anzi, per noi era motivo di orgoglio il suo impegno verso un progetto così importante per la nostra comunità che lui voleva condividere con tutti e in ogni momento.” Se la scuola era la sua casa, l’ufficio della sede era il suo salotto in cui passava molto tempo per sviluppare progetti, incontrare persone, parlare con i donatori, ma anche imbustare se era necessario!
Era il suo modo di lavorare al servizio di progetti che riteneva utili per tutti. Tutti noi sappiamo quanto fosse fondamentale il suo lavoro e quanto fosse coinvolgente l’entusiasmo che riusciva a trasmettere a tutti coloro che gli erano vicino. Un sentimento comprensibile perché aveva il dono di capire le persone, sceglierle, coinvolgerle.
Per Micky ogni persona era importante ed andava ascoltata; con profonda attenzione e rispetto riusciva a far convivere diverse opinioni e a creare armonia.
Condivideva la gioia dei successi con un sorriso che scaldava il cuore, e se qualcosa andava meno bene non si perdeva d’animo: “Ça ira mieux la prochaine fois”, diceva con un po’ di amarezza ma pronto a rimettersi in gioco.
Se la Fondazione era la sua famiglia, la scuola ebraica era la sua seconda casa, un luogo in cui respirare in ogni momento gli insegnamenti ebraici. Per lui i risultati raggiunti dalla scuola erano il punto di partenza per costruire qualcosa di più grande e se possibile di ancora più coinvolgente. Non ci stupisce il racconto dei suoi cari quando ci spiegano che sulla sua scrivania hanno trovato molti quaderni pieni di appunti e idee per progetti rivolti alla scuola da portare avanti con la Fondazione, la sua progettualità era fervente ed instancabile il suo impegno.
Era entrato in Fondazione nel 2009, fu Cobi Benatoff a coinvolgerlo in un programma di rilancio e lui si mise al lavoro da subito diventando consigliere per ben due mandati e poi consigliere onorario. Tra le tante iniziative che ha contribuito a ideare e promuovere c’è la Cena di Gala. In molti ricordano con emozione il suo partecipare all’organizzazione di quello che sarebbe diventato l’appuntamento principale nel calendario degli incontri della Fondazione e la sua dedizione nel seguire ogni dettaglio delle otto edizioni come membro della Commissione eventi: teneva in particolare all’esibizione dei bambini della quale non si perdeva mai le prove finali. E poi, dopo tutti gli sforzi per la buona riuscita della serata, durante il Gala, si assentava se necessario per coordinare gli ultimi dettagli, rinunciando persino ad ascoltare gli ospiti tanto attesi. Restava poi al lavoro fino a notte tarda per non perdersi la fase di chiusura con i consiglieri. Inutile pregarlo di non strapazzarsi troppo, quel momento per lui era una gioia, nessuno poteva fermarlo!
Fece parte per molti anni della Commissione Comunicazione e anche lì la sua energia lasciò il segno: il rilancio dell’immagine con un nuovo logo, sito, materiali, iniziative e progetti grandi e piccoli… Era un visionario e ascoltava con entusiasmo e curiosità proposte e progetti facendo di tutto per realizzare quelli in cui credeva. Essere fuori dal coro non gli faceva mai paura e quando non era d’accordo lo diceva schiettamente, risultando così convincente che era quasi impossibile non condividere le sue proposte. Anche perché si metteva in gioco di persona, se c’era qualcosa da discutere saltava in bicicletta e in pochi minuti era alla tua porta pronto a convincerti.
Uno dei suoi impegni maggiori era riconfermare ogni anno gli sponsor a lui legati, era impossibile dirgli no! La sua tenacia era dovuta anche ad aver ben in mente le esigenze della Fondazione, tra i tanti incarichi infatti era il responsabile degli Affari Generali e quindi conosceva bene cosa serviva al raggiungimento degli obiettivi.
Per onorare la sua memoria la Fondazione e la famiglia avvieranno una raccolta fondi a favore della Scuola che tanto stava a cuore a Micky.
Grazie Micky per l’eperienza e gli insegnamenti che ci hai lasciato. Manchi e mancherai sempre tanto.