Eventi
/ ARTIST CALL / 2020
Artist call
Promossa a maggio 2020 dalla Fondazione Scuola per tutti gli studenti della Lombardia, l'Artist Call “Io resto a casa, la mia fantasia no” ha dato un risultato straordinario: quello di documentare, attraverso gli occhi di una categoria sensibile come i ragazzi, la difficoltà legate alla pandemia, ma anche lanciare un messaggio di speranza.
Il bando lasciava la totale libertà espressiva ai giovani artisti che potevano scegliere la tecnica e il mezzo migliore per rendere le proprie emozioni. A fine giugno la Fondazione ha potuto così raccogliere 64 opere in totale, arrivate soprattutto dai luoghi della Lombardia dove la pandemia ha colpito più duramente come Bergamo, Lecco e Brescia. Ma non è tanto il numero a colpire, quanto il loro notevole valore artistico e documentale.
A volte sono stati gli stessi insegnanti a stimolare i ragazzi nel confrontarsi con l’attualità, invitandoli ad esprimere le loro sensazioni, altre volte si percepisce nelle opere un'esigenza precisa di confrontarsi con il pericolo, magari con un'ironia e una capacità di sintesi sconosciute agli adulti. In tutte è impossibile comunque non notare quel disagio comune che ha segnato la vita di tutti. Il risultato è una gallery che è un vero tributo alla memoria condivisa di uno dei momenti più difficili della nostra storia contemporanea e soprattutto una lezione su come la fantasia non possa essere messa in lockdown.
Visita la gallery dell’Artist Call
Il bando lasciava la totale libertà espressiva ai giovani artisti che potevano scegliere la tecnica e il mezzo migliore per rendere le proprie emozioni. A fine giugno la Fondazione ha potuto così raccogliere 64 opere in totale, arrivate soprattutto dai luoghi della Lombardia dove la pandemia ha colpito più duramente come Bergamo, Lecco e Brescia. Ma non è tanto il numero a colpire, quanto il loro notevole valore artistico e documentale.
A volte sono stati gli stessi insegnanti a stimolare i ragazzi nel confrontarsi con l’attualità, invitandoli ad esprimere le loro sensazioni, altre volte si percepisce nelle opere un'esigenza precisa di confrontarsi con il pericolo, magari con un'ironia e una capacità di sintesi sconosciute agli adulti. In tutte è impossibile comunque non notare quel disagio comune che ha segnato la vita di tutti. Il risultato è una gallery che è un vero tributo alla memoria condivisa di uno dei momenti più difficili della nostra storia contemporanea e soprattutto una lezione su come la fantasia non possa essere messa in lockdown.
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Artist call
Promossa a maggio 2020 dalla Fondazione Scuola per tutti gli studenti della Lombardia, l'Artist Call “Io resto a casa, la mia fantasia no” ha dato un risultato straordinario: quello di documentare, attraverso gli occhi di una categoria sensibile come i ragazzi, la difficoltà legate alla pandemia, ma anche lanciare un messaggio di speranza.
Il bando lasciava la totale libertà espressiva ai giovani artisti che potevano scegliere la tecnica e il mezzo migliore per rendere le proprie emozioni. A fine giugno la Fondazione ha potuto così raccogliere 64 opere in totale, arrivate soprattutto dai luoghi della Lombardia dove la pandemia ha colpito più duramente come Bergamo, Lecco e Brescia. Ma non è tanto il numero a colpire, quanto il loro notevole valore artistico e documentale.
A volte sono stati gli stessi insegnanti a stimolare i ragazzi nel confrontarsi con l’attualità, invitandoli ad esprimere le loro sensazioni, altre volte si percepisce nelle opere un'esigenza precisa di confrontarsi con il pericolo, magari con un'ironia e una capacità di sintesi sconosciute agli adulti. In tutte è impossibile comunque non notare quel disagio comune che ha segnato la vita di tutti. Il risultato è una gallery che è un vero tributo alla memoria condivisa di uno dei momenti più difficili della nostra storia contemporanea e soprattutto una lezione su come la fantasia non possa essere messa in lockdown.
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Il bando lasciava la totale libertà espressiva ai giovani artisti che potevano scegliere la tecnica e il mezzo migliore per rendere le proprie emozioni. A fine giugno la Fondazione ha potuto così raccogliere 64 opere in totale, arrivate soprattutto dai luoghi della Lombardia dove la pandemia ha colpito più duramente come Bergamo, Lecco e Brescia. Ma non è tanto il numero a colpire, quanto il loro notevole valore artistico e documentale.
A volte sono stati gli stessi insegnanti a stimolare i ragazzi nel confrontarsi con l’attualità, invitandoli ad esprimere le loro sensazioni, altre volte si percepisce nelle opere un'esigenza precisa di confrontarsi con il pericolo, magari con un'ironia e una capacità di sintesi sconosciute agli adulti. In tutte è impossibile comunque non notare quel disagio comune che ha segnato la vita di tutti. Il risultato è una gallery che è un vero tributo alla memoria condivisa di uno dei momenti più difficili della nostra storia contemporanea e soprattutto una lezione su come la fantasia non possa essere messa in lockdown.
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