Il secondo piano dedicato alla memoria di Simone Fubini
Ingegnere torinese che in Olivetti ha contribuito alla costruzione del primo calcolatore elettronico italiano, poi direttore generale di aziende del calibro di General Electric Information System, Fiat e Olivetti, infine imprenditore e fondatore di società tecnologiche, una delle quali, Kaleyra, quotata alla Borsa di New York nel 2019: Simone Fubini è stato un grande intellettuale e, nelle parole del nipote Emilio Hirsch, “un grande chacham laico, profondamente ebreo e legato all’ebraismo, che in famiglia ha lasciato una fortissima impronta”.
Il suo cospicuo lascito alla Fondazione ha permesso di ristrutturare l’intero secondo piano della Scuola, dove si trovano i licei e i laboratori di informatica, di fisica, di arte e quello nuovissmo di chimica, rimesso a nuovo proprio grazie alla sua donazione.
La cerimonia di intitolazione del secondo piano a Simone Fubini, con la scopertura della targa, si è svolta l’11 settembre alla presenza delle famiglie Hirsch e Paggi, del presidente della Fondazione Marco Grego, dell’assessore alle Scuole Dalia Gubbay, del preside Marco Camerini e del rabbino capo Rav Alfonso Arbib.
«Ringrazio la famiglia per l’importante donazione che ci ha permesso di riqualificare e mettere in sicurezza il piano» ha detto Marco Grego. «Con questa donazione abbiamo potuto ristrutturare anche il laboratorio di chimica e dotarlo di attrezzature all’avanguardia. Ci è parso significativo che in memoria dell'ingegner Fubini sia stata rimessa a nuovo una parte della Scuola direttamente legata alla sua eredità culturale e scientifica».
Sul tema del ricordo si è soffermato Rav Arbib: «Il ricordo ebraico non si ferma mai al passato, ma guarda sempre al futuro. Con questa intitolazione oggi ricordiamo una persona, e credo che non ci sia modo migliore per ricordare la sua attività intellettuale che occupandosi di educazione e migliorando la scuola a beneficio delle generazioni future».
Il preside Marco Camerini ha sottolineato come le riqualificazioni rese possibili dalle donazioni siano importanti per la Scuola: «Sono strategiche non solo per garantire la sicurezza, ma anche per offrire agli studenti dotazioni moderne che permettono di stimolarne la creatività, di coinvolgerli e di rendere la didattica sempre più contemporanea. Grazie per il supporto, fondamentale per l’esistenza e la continuità della Scuola».
«Con la Fondazione abbiamo fatto un ottimo lavoro» conclude David Hirsch, «costruendo un percorso che ci ha permesso di mettere a frutto questo lascito in tempi ragionevoli e soprattutto circoscrivendolo in uno spazio identificabile e legato alle attività dello zio. Ringraziamo quindi la Comunità e la Fondazione per averci aiutato a eseguire le sue volontà come lui avrebbe voluto».Il secondo piano dedicato alla memoria di Simone Fubini
Ingegnere torinese che in Olivetti ha contribuito alla costruzione del primo calcolatore elettronico italiano, poi direttore generale di aziende del calibro di General Electric Information System, Fiat e Olivetti, infine imprenditore e fondatore di società tecnologiche, una delle quali, Kaleyra, quotata alla Borsa di New York nel 2019: Simone Fubini è stato un grande intellettuale e, nelle parole del nipote Emilio Hirsch, “un grande chacham laico, profondamente ebreo e legato all’ebraismo, che in famiglia ha lasciato una fortissima impronta”.
Il suo cospicuo lascito alla Fondazione ha permesso di ristrutturare l’intero secondo piano della Scuola, dove si trovano i licei e i laboratori di informatica, di fisica, di arte e quello nuovissmo di chimica, rimesso a nuovo proprio grazie alla sua donazione.
La cerimonia di intitolazione del secondo piano a Simone Fubini, con la scopertura della targa, si è svolta l’11 settembre alla presenza delle famiglie Hirsch e Paggi, del presidente della Fondazione Marco Grego, dell’assessore alle Scuole Dalia Gubbay, del preside Marco Camerini e del rabbino capo Rav Alfonso Arbib.
«Ringrazio la famiglia per l’importante donazione che ci ha permesso di riqualificare e mettere in sicurezza il piano» ha detto Marco Grego. «Con questa donazione abbiamo potuto ristrutturare anche il laboratorio di chimica e dotarlo di attrezzature all’avanguardia. Ci è parso significativo che in memoria dell'ingegner Fubini sia stata rimessa a nuovo una parte della Scuola direttamente legata alla sua eredità culturale e scientifica».
Sul tema del ricordo si è soffermato Rav Arbib: «Il ricordo ebraico non si ferma mai al passato, ma guarda sempre al futuro. Con questa intitolazione oggi ricordiamo una persona, e credo che non ci sia modo migliore per ricordare la sua attività intellettuale che occupandosi di educazione e migliorando la scuola a beneficio delle generazioni future».
Il preside Marco Camerini ha sottolineato come le riqualificazioni rese possibili dalle donazioni siano importanti per la Scuola: «Sono strategiche non solo per garantire la sicurezza, ma anche per offrire agli studenti dotazioni moderne che permettono di stimolarne la creatività, di coinvolgerli e di rendere la didattica sempre più contemporanea. Grazie per il supporto, fondamentale per l’esistenza e la continuità della Scuola».
«Con la Fondazione abbiamo fatto un ottimo lavoro» conclude David Hirsch, «costruendo un percorso che ci ha permesso di mettere a frutto questo lascito in tempi ragionevoli e soprattutto circoscrivendolo in uno spazio identificabile e legato alle attività dello zio. Ringraziamo quindi la Comunità e la Fondazione per averci aiutato a eseguire le sue volontà come lui avrebbe voluto».