News e Articoli / Un medico fiducioso
10.12.2020

Un medico fiducioso

Raffaele Bruno, protagonista del nostro webinar su Scuola e Covid fa il punto sull'emergenza e sul prossimo ritorno in aula

Ha curato il paziente uno, il primo caso accertato di Covid-19 in Italia, un'esperienza che è diventata un libro dal titolo semplicissimo: “Un medico” (ed HarperCollins Italia), scritto insieme a Fabio Vitale e i cui proventi andranno alle famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita lottando contro la pandemia.

“Solo un medico…?” ci si chiede sfogliando il suo curriculum: professore di Malattie Infettive presso l’Università di Pavia, Direttore della Clinica di Malattie Infettive della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e poi una vita di ricerche: sulla diffusione dell'HIV, sulle epatiti virali e sulle infezioni batteriche che oggi lo portano in prima linea nella lotta alla pandemia.

Eppure sì, nel suo modo di porsi Raffaele Bruno è proprio semplicemente un medico impegnato a curare una malattia, con il raro dono di spiegare in modo aperto, semplice e fiducioso, cosa devono aspettarsi i suoi pazienti.

Lo ha fatto anche per la Fondazione Scuola Ebraica nel webinar realizzato a maggio in collaborazione con Il Sole 24 ore e in questa intervista che ci ha concesso in cui fa il punto sulla situazione e ci parla di un argomento che ovviamente ci sta molto a cuore: l'attuale diffusione del Covid-19 tra studenti e famiglie.

L'incognita maggiore sono le festività - comincia a spiegare quando gli chiediamo degli ultimi dati di diffusione del virus - la proporzione tra contagiati e tamponi effettuati continua a scendere, siamo intorno al 10%. E' un segnale confortante, ma tutto dipenderà da come passeremo questo mese. Se l'attuale andamento sarà confermato a gennaio potrà essere possibile tornare a scuola anche per gli studenti delle superiori”.

In questo contesto le scuole rimarranno un “soggetto a rischio”?

E' chiaro che le scuole si chiudono di fronte a una massiccia diffusione del virus, abbiamo visto a settembre come la curva dei rientri scolastici e quella dei contagi avessero una correlazione, ma alcuni dati parziali indicano che il numero di positivi tra gli studenti è basso. Certo i casi sono più difficili da individuare anche perchè la percentuale di ragazzi che sviluppano sintomatologie da Covid-19 è trascurabile. L'importante è osservare le regole: mascherina, distanziamento sociale e igiene delle mani; se però riapriremo tutte le scuole le regole dovranno diventare più stringenti concentrando l'attenzione nell'evitare di “portare il virus a casa” dai propri parenti più anziani. Il momento di maggior rischio è attorno al mondo della scuola: i mezzi di trasporto, l'entrata e l'uscita dall'istituto. Bisogna educare i ragazzi alla cultura della mascherina per proteggere chi gli sta intorno.

Delucidazioni sulla scuola a parte, non resistiamo e facciamo la domanda che chiunque abbia un esperto a portata di mano vorrebbe fare. Quando arriverà il vaccino?

E' la luce infondo al tunnel e sono molto fiducioso, anche perchè non c'è solo il vaccino della Pfizer, anche altri promettono di essere disponibili a breve per soddisfare la richiesta mondiale. Sinceramente sono lontanissimo dalle polemiche sulla loro efficacia: i controlli per essere immessi sul mercato sono severissimi e lo sforzo per arrivare celermente al risultato ha visto lavorare migliaia di ricercatori e concentrare tutti gli investimenti. Dovremo farlo tutti serenamente e io, come medico, mi sento fortunato ad essere tra i primi a riceverlo

 

10.12.2020

Un medico fiducioso

Raffaele Bruno, protagonista del nostro webinar su Scuola e Covid fa il punto sull'emergenza e sul prossimo ritorno in aula

Ha curato il paziente uno, il primo caso accertato di Covid-19 in Italia, un'esperienza che è diventata un libro dal titolo semplicissimo: “Un medico” (ed HarperCollins Italia), scritto insieme a Fabio Vitale e i cui proventi andranno alle famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita lottando contro la pandemia.

“Solo un medico…?” ci si chiede sfogliando il suo curriculum: professore di Malattie Infettive presso l’Università di Pavia, Direttore della Clinica di Malattie Infettive della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e poi una vita di ricerche: sulla diffusione dell'HIV, sulle epatiti virali e sulle infezioni batteriche che oggi lo portano in prima linea nella lotta alla pandemia.

Eppure sì, nel suo modo di porsi Raffaele Bruno è proprio semplicemente un medico impegnato a curare una malattia, con il raro dono di spiegare in modo aperto, semplice e fiducioso, cosa devono aspettarsi i suoi pazienti.

Lo ha fatto anche per la Fondazione Scuola Ebraica nel webinar realizzato a maggio in collaborazione con Il Sole 24 ore e in questa intervista che ci ha concesso in cui fa il punto sulla situazione e ci parla di un argomento che ovviamente ci sta molto a cuore: l'attuale diffusione del Covid-19 tra studenti e famiglie.

L'incognita maggiore sono le festività - comincia a spiegare quando gli chiediamo degli ultimi dati di diffusione del virus - la proporzione tra contagiati e tamponi effettuati continua a scendere, siamo intorno al 10%. E' un segnale confortante, ma tutto dipenderà da come passeremo questo mese. Se l'attuale andamento sarà confermato a gennaio potrà essere possibile tornare a scuola anche per gli studenti delle superiori”.

In questo contesto le scuole rimarranno un “soggetto a rischio”?

E' chiaro che le scuole si chiudono di fronte a una massiccia diffusione del virus, abbiamo visto a settembre come la curva dei rientri scolastici e quella dei contagi avessero una correlazione, ma alcuni dati parziali indicano che il numero di positivi tra gli studenti è basso. Certo i casi sono più difficili da individuare anche perchè la percentuale di ragazzi che sviluppano sintomatologie da Covid-19 è trascurabile. L'importante è osservare le regole: mascherina, distanziamento sociale e igiene delle mani; se però riapriremo tutte le scuole le regole dovranno diventare più stringenti concentrando l'attenzione nell'evitare di “portare il virus a casa” dai propri parenti più anziani. Il momento di maggior rischio è attorno al mondo della scuola: i mezzi di trasporto, l'entrata e l'uscita dall'istituto. Bisogna educare i ragazzi alla cultura della mascherina per proteggere chi gli sta intorno.

Delucidazioni sulla scuola a parte, non resistiamo e facciamo la domanda che chiunque abbia un esperto a portata di mano vorrebbe fare. Quando arriverà il vaccino?

E' la luce infondo al tunnel e sono molto fiducioso, anche perchè non c'è solo il vaccino della Pfizer, anche altri promettono di essere disponibili a breve per soddisfare la richiesta mondiale. Sinceramente sono lontanissimo dalle polemiche sulla loro efficacia: i controlli per essere immessi sul mercato sono severissimi e lo sforzo per arrivare celermente al risultato ha visto lavorare migliaia di ricercatori e concentrare tutti gli investimenti. Dovremo farlo tutti serenamente e io, come medico, mi sento fortunato ad essere tra i primi a riceverlo