News e Articoli / Facciamo un regalo al nostro futuro. Guida ai lasciti testamentari
Il notaio Filippo Paolini, da oltre 30 anni vicino alla comunità ebraica di Milano, ci spiega come con un semplice gesto possiamo tramandare la nostra memoria, fare del bene e rendere più facile il futuro di chi rimarrà dopo di noi.


Se pensate che l’argomento qui trattato - i lasciti testamentari- richieda degli scongiuri, siete sulla cattiva strada.
Non si parla infatti di chi non ci sarà più, ma piuttosto di chi rimarrà. Un gesto di altruismo per far sì che il “mondo senza di noi” vada avanti anche grazie a noi.
“E’ anche un modo per semplificare la vita ai nostri eredi” – spiega in modo più pratico Filippo Paolini, 30 anni come notaio di riferimento della Comunità Ebraica milanese, un ruolo che ha ereditato dal padre. Con lui abbiamo chiacchierato di questo strumento e dell’importanza che può rivestire per associazioni filantropiche, come la stessa Fondazione per la Scuola Ebraica di Milano.

“Il testamento è una delle prime testimonianze di come gli uomini si siano preoccupati della propria memoria e del destino dei loro successori. I primi ‘notai’, in un certo senso, furono gli scribi egizi, poi dobbiamo pensare al testamento di Cesare e degli uomini illustri del passato. Purtroppo oggi è Facciamo un regalo al nostro futuro Il notaio Filippo Paolini, da oltre 30 anni vicino alla comunità ebraica di Milano, ci spiega come con un semplice gesto possiamo tramandare la nostra memoria, fare del bene e rendere più facile il futuro di chi rimarrà dopo di noi. un fenomeno ancora poco utilizzato. Tendiamo a sottovalutare i problemi che potrebbero esserci nella divisione di un’eredità, ad esempio quando un coniuge muore senza figli e i fratelli entrano nell’asse ereditario. Eppure tutti possono fare testamento, in qualsiasi momento della loro vita”.

Nel mondo ebraico, dove è più vivo il concetto di tramandare la propria memoria, oltre ai propri beni, il testamento sembra avere più estimatori.
Il notaio Paolini cita un po’ di casistiche, anche di donazioni importanti a favore di enti, ma certo si può fare ancora molto.
“A volte è indifferenza, a volte scaramanzia, a volte è solo una scarsa conoscenza dello strumento” – continua Paolini – “Si può aiutare in modo concreto un ente anche con piccoli lasciti e senza sottrarre nulla di legittimo ai nostri eredi. Ognuno di noi, dopo aver distribuito le quote riservate a figli e coniugi, può disporre liberamente di un quarto del proprio patrimonio, quota che sale a un terzo se si lascia il coniuge e un solo figlio”.

In caso di lascito testamentario a un ente benefico le cose sono ancora più semplici. “Consiglio la formula del legato, cioè legare una definita somma di denaro o uno specifico bene. Oltretutto gli enti benefici non pagano le tasse di successione e potranno disporre del legato all’apertura del testamento. Nel lascito si possono indicare anche le condizioni sull’uso della somma: il mantenimento di una struttura, l’apposizione di una targa a ricordo, l’istituzione di un premio o una borsa di studio...”. Molte di queste condizioni sono in effetti quelle che sicuramente entrano maggiormente nel contesto della Fondazione Scuola.

Qualcuno se ne è già accorto e del resto legare il proprio nome a un ente che da 20 anni si occupa della scuola in cui si sono formati tanti giovani della stessa Comunità Milanese, è sicuramente un modo meraviglioso per pensare a chi porterà avanti la nostra storia. La Fondazione ha editato una piccola guida ai lasciti testamentari, in cui sono anche elencate le modalità di donazione e le tante iniziative a cui potranno essere destinati i lasciti, dalla ristrutturazione delle aule ai programmi di studio (www.fondazionescuolaebraica. it).Inoltre immaginare i tanti studenti che passeranno di fronte a una targa con il nostro nome dedicandoci un pensiero, rende sicuramente molto più accettabile l’idea che siamo qui solo di passaggio.

E voi, cosa aspettate a fare un regalo al vostro futuro?


Il notaio Filippo Paolini, da oltre 30 anni vicino alla comunità ebraica di Milano, ci spiega come con un semplice gesto possiamo tramandare la nostra memoria, fare del bene e rendere più facile il futuro di chi rimarrà dopo di noi.


Se pensate che l’argomento qui trattato - i lasciti testamentari- richieda degli scongiuri, siete sulla cattiva strada.
Non si parla infatti di chi non ci sarà più, ma piuttosto di chi rimarrà. Un gesto di altruismo per far sì che il “mondo senza di noi” vada avanti anche grazie a noi.
“E’ anche un modo per semplificare la vita ai nostri eredi” – spiega in modo più pratico Filippo Paolini, 30 anni come notaio di riferimento della Comunità Ebraica milanese, un ruolo che ha ereditato dal padre. Con lui abbiamo chiacchierato di questo strumento e dell’importanza che può rivestire per associazioni filantropiche, come la stessa Fondazione per la Scuola Ebraica di Milano.

“Il testamento è una delle prime testimonianze di come gli uomini si siano preoccupati della propria memoria e del destino dei loro successori. I primi ‘notai’, in un certo senso, furono gli scribi egizi, poi dobbiamo pensare al testamento di Cesare e degli uomini illustri del passato. Purtroppo oggi è Facciamo un regalo al nostro futuro Il notaio Filippo Paolini, da oltre 30 anni vicino alla comunità ebraica di Milano, ci spiega come con un semplice gesto possiamo tramandare la nostra memoria, fare del bene e rendere più facile il futuro di chi rimarrà dopo di noi. un fenomeno ancora poco utilizzato. Tendiamo a sottovalutare i problemi che potrebbero esserci nella divisione di un’eredità, ad esempio quando un coniuge muore senza figli e i fratelli entrano nell’asse ereditario. Eppure tutti possono fare testamento, in qualsiasi momento della loro vita”.

Nel mondo ebraico, dove è più vivo il concetto di tramandare la propria memoria, oltre ai propri beni, il testamento sembra avere più estimatori.
Il notaio Paolini cita un po’ di casistiche, anche di donazioni importanti a favore di enti, ma certo si può fare ancora molto.
“A volte è indifferenza, a volte scaramanzia, a volte è solo una scarsa conoscenza dello strumento” – continua Paolini – “Si può aiutare in modo concreto un ente anche con piccoli lasciti e senza sottrarre nulla di legittimo ai nostri eredi. Ognuno di noi, dopo aver distribuito le quote riservate a figli e coniugi, può disporre liberamente di un quarto del proprio patrimonio, quota che sale a un terzo se si lascia il coniuge e un solo figlio”.

In caso di lascito testamentario a un ente benefico le cose sono ancora più semplici. “Consiglio la formula del legato, cioè legare una definita somma di denaro o uno specifico bene. Oltretutto gli enti benefici non pagano le tasse di successione e potranno disporre del legato all’apertura del testamento. Nel lascito si possono indicare anche le condizioni sull’uso della somma: il mantenimento di una struttura, l’apposizione di una targa a ricordo, l’istituzione di un premio o una borsa di studio...”. Molte di queste condizioni sono in effetti quelle che sicuramente entrano maggiormente nel contesto della Fondazione Scuola.

Qualcuno se ne è già accorto e del resto legare il proprio nome a un ente che da 20 anni si occupa della scuola in cui si sono formati tanti giovani della stessa Comunità Milanese, è sicuramente un modo meraviglioso per pensare a chi porterà avanti la nostra storia. La Fondazione ha editato una piccola guida ai lasciti testamentari, in cui sono anche elencate le modalità di donazione e le tante iniziative a cui potranno essere destinati i lasciti, dalla ristrutturazione delle aule ai programmi di studio (www.fondazionescuolaebraica. it).Inoltre immaginare i tanti studenti che passeranno di fronte a una targa con il nostro nome dedicandoci un pensiero, rende sicuramente molto più accettabile l’idea che siamo qui solo di passaggio.

E voi, cosa aspettate a fare un regalo al vostro futuro?