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Karen Nahum: orgogliosa dei risultati e dei progetti

Finito l’incarico, per la Presidente della Fondazione Scuola è tempo di bilanci, di ringraziamenti e di ricordare le prossime tappe della strada tracciata

Karen Nahum, è stata eletta alla guida della Fondazione Scuola nel novembre 2015. Da allora sono passati quattro anni, tanto dura il mandato di un Presidente alla guida di questa istituzione nata nel 1998 per supportare la Scuola Ebraica di Milano. Quattro anni impegnativi che hanno visto il lavoro su tanti progetti e molte soddisfazioni. Dati alla mano la Fondazione continua a centrare gli obbiettivi del suo mandato: raccogliere fondi per la Scuola Ebraica di via Sally Mayer. E non solo con un successo crescente, ma anche evolvendosi insieme alle dinamiche della società contemporanea.

Presidente di tutto quanto fatto in questi quattro anni, cosa la rende più orgogliosa?
Penso che sia il team che abbiamo costruito: collaboratori che hanno portato una straordinaria esperienza all’interno della Fondazione. Ciascuno ha contribuito attraverso le proprie competenze a sviluppare in modo significativo l’attività della Fondazione a supporto della scuola.

Le cifre parlano di una crescita costante...
La missione del nostro statuto è ben precisa: raccogliere fondi a favore della scuola e possiamo essere fieri dei risultati: il 5 per mille per la Fondazione è cresciuto del 35%, le Cene di Gala sono diventate essenziali per presentare i progetti e finanziarli, sono un momento di aggregazione dove tutti lavorano con grande spirito di volontariato, persino i grandi ospiti che abbiamo avuto in questi anni, anche i grandi nomi dello spettacolo come De Sica, Ambra Angiolini, Caterina Balivo, Gioele Dix, sono sempre venuti a titolo gratuito. Tutto questo ha permesso agli eventi di raccogliere oltre il doppio del loro costo. E i risultati si vedono nelle tante borse di studio, nelle grandi opere di ristrutturazione che la Scuola ha compiuto in questi anni, nei progetti a sostegno della formazione e molto altro. Al di là delle cifre siamo molto felici di come sia anche aumentato il coinvolgimento della Comunità di Milano: penso al tavolo di confronto CEM – Fondazione, uno strumento che si è rivelato strategico. Siamo un po’ il terzo lato di un triangolo: mentre Scuola e Cem si occupano della didattica e dei docenti, noi abbiamo il compito di focalizzare le loro esigenze e fornire i mezzi.

C’è un momento di questi quattro anni che le sembra più significativo del vostro lavoro?
Ho avuto il piacere di vivere un’importante consacrazione della Fondazione quando questa ha ottenuto dalle mani del sindaco Giuseppe Sala l’Ambrogino d’Oro. Un riconoscimento arrivato nel secondo anno del mio mandato e che va idealmente a tutti quelli che ci hanno preceduto nel nostro lavoro. È stato un evento che ha introdotto la Fondazione verso le celebrazioni del Ventennale, un anno sicuramente speciale per tanti motivi. In tempi più recenti penso alla visita dell’Ambasciatore Israeliano alla Scuola qualche settimana fa: dopo aver lodato l’istituto, Dror Eydar si è sorpreso che tutto quanto sia stato realizzato senza aiuti statali. Così abbiamo potuto con orgoglio ricordare anche il ruolo di sostegno della Fondazione per questa realtà didattica.

Un fine mandato significa anche che è arrivato il momento dei ringraziamenti?
Sarebbero davvero troppe le persone da ringraziare, scelgo per rappresentare tutti il dott. Alberto Albertini per il sostegno che non è mai mancato in questi anni. Voglio poi ricordare una persona che non c’è più, Joe Nissim; ci addolora che non sia più al nostro fianco, anche se i figli Marina e Gabriele sono degni eredi del suo impegno.

Dal nuovo consiglio della Fondazione che sarà eletto a novembre cosa si aspetta?
Penso che ci sia ancora tanto da fare sulla strada che è stata tracciata in questi 20 anni. Oggi più che mai la Fondazione deve trovare le forze per sviluppare ancor più una comunicazione capillare verso i nostri possibili sostenitori. In una società che vede un veloce cambiamento della comunicazione devono cambiare anche le modalità con cui creiamo le nostre partnership. Abbiamo sviluppato progetti con questa finalità che sarà opportuno portare avanti: ad esempio le campagne sui social media, la comunicazione dedicata al 5xmille e ai lasciti e testamenti, il premio Alumni che abbiamo appena ideato e può diventare uno strumento di orgoglio e identità per gli ex allievi, gli incontri della Fondazione in Salotto... Dobbiamo far comprendere a sempre più interlocutori che sostenere la scuola è un dovere di tutti, perché, come ricorda sempre Rav Arbib: “La Scuola è il pilastro della nostra società”. A maggior ragione la nostra, che deve preparare i ragazzi al mondo di oggi rendendoli consapevoli delle proprie radici e tradizioni.
Una scuola speciale, richiede un impegno speciale.
Karen Nahum: orgogliosa dei risultati e dei progetti

Finito l’incarico, per la Presidente della Fondazione Scuola è tempo di bilanci, di ringraziamenti e di ricordare le prossime tappe della strada tracciata

Karen Nahum, è stata eletta alla guida della Fondazione Scuola nel novembre 2015. Da allora sono passati quattro anni, tanto dura il mandato di un Presidente alla guida di questa istituzione nata nel 1998 per supportare la Scuola Ebraica di Milano. Quattro anni impegnativi che hanno visto il lavoro su tanti progetti e molte soddisfazioni. Dati alla mano la Fondazione continua a centrare gli obbiettivi del suo mandato: raccogliere fondi per la Scuola Ebraica di via Sally Mayer. E non solo con un successo crescente, ma anche evolvendosi insieme alle dinamiche della società contemporanea.

Presidente di tutto quanto fatto in questi quattro anni, cosa la rende più orgogliosa?
Penso che sia il team che abbiamo costruito: collaboratori che hanno portato una straordinaria esperienza all’interno della Fondazione. Ciascuno ha contribuito attraverso le proprie competenze a sviluppare in modo significativo l’attività della Fondazione a supporto della scuola.

Le cifre parlano di una crescita costante...
La missione del nostro statuto è ben precisa: raccogliere fondi a favore della scuola e possiamo essere fieri dei risultati: il 5 per mille per la Fondazione è cresciuto del 35%, le Cene di Gala sono diventate essenziali per presentare i progetti e finanziarli, sono un momento di aggregazione dove tutti lavorano con grande spirito di volontariato, persino i grandi ospiti che abbiamo avuto in questi anni, anche i grandi nomi dello spettacolo come De Sica, Ambra Angiolini, Caterina Balivo, Gioele Dix, sono sempre venuti a titolo gratuito. Tutto questo ha permesso agli eventi di raccogliere oltre il doppio del loro costo. E i risultati si vedono nelle tante borse di studio, nelle grandi opere di ristrutturazione che la Scuola ha compiuto in questi anni, nei progetti a sostegno della formazione e molto altro. Al di là delle cifre siamo molto felici di come sia anche aumentato il coinvolgimento della Comunità di Milano: penso al tavolo di confronto CEM – Fondazione, uno strumento che si è rivelato strategico. Siamo un po’ il terzo lato di un triangolo: mentre Scuola e Cem si occupano della didattica e dei docenti, noi abbiamo il compito di focalizzare le loro esigenze e fornire i mezzi.

C’è un momento di questi quattro anni che le sembra più significativo del vostro lavoro?
Ho avuto il piacere di vivere un’importante consacrazione della Fondazione quando questa ha ottenuto dalle mani del sindaco Giuseppe Sala l’Ambrogino d’Oro. Un riconoscimento arrivato nel secondo anno del mio mandato e che va idealmente a tutti quelli che ci hanno preceduto nel nostro lavoro. È stato un evento che ha introdotto la Fondazione verso le celebrazioni del Ventennale, un anno sicuramente speciale per tanti motivi. In tempi più recenti penso alla visita dell’Ambasciatore Israeliano alla Scuola qualche settimana fa: dopo aver lodato l’istituto, Dror Eydar si è sorpreso che tutto quanto sia stato realizzato senza aiuti statali. Così abbiamo potuto con orgoglio ricordare anche il ruolo di sostegno della Fondazione per questa realtà didattica.

Un fine mandato significa anche che è arrivato il momento dei ringraziamenti?
Sarebbero davvero troppe le persone da ringraziare, scelgo per rappresentare tutti il dott. Alberto Albertini per il sostegno che non è mai mancato in questi anni. Voglio poi ricordare una persona che non c’è più, Joe Nissim; ci addolora che non sia più al nostro fianco, anche se i figli Marina e Gabriele sono degni eredi del suo impegno.

Dal nuovo consiglio della Fondazione che sarà eletto a novembre cosa si aspetta?
Penso che ci sia ancora tanto da fare sulla strada che è stata tracciata in questi 20 anni. Oggi più che mai la Fondazione deve trovare le forze per sviluppare ancor più una comunicazione capillare verso i nostri possibili sostenitori. In una società che vede un veloce cambiamento della comunicazione devono cambiare anche le modalità con cui creiamo le nostre partnership. Abbiamo sviluppato progetti con questa finalità che sarà opportuno portare avanti: ad esempio le campagne sui social media, la comunicazione dedicata al 5xmille e ai lasciti e testamenti, il premio Alumni che abbiamo appena ideato e può diventare uno strumento di orgoglio e identità per gli ex allievi, gli incontri della Fondazione in Salotto... Dobbiamo far comprendere a sempre più interlocutori che sostenere la scuola è un dovere di tutti, perché, come ricorda sempre Rav Arbib: “La Scuola è il pilastro della nostra società”. A maggior ragione la nostra, che deve preparare i ragazzi al mondo di oggi rendendoli consapevoli delle proprie radici e tradizioni.
Una scuola speciale, richiede un impegno speciale.