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ALUMNI reunion ‘67/’68: un incontro dopo trent’anni

Dopo esserci rincorsi per anni sui social, ci incontriamo finalmente in occasione del nostro ingresso nei 50 anni grazie ad un’inaspettata presenza a Milano di tutti nello stesso momento… Una segnalazione di WhatsApp e mi ritrovo in un nuovo gruppo con i compagni di classe.

Non si può descrivere la forza del battito del cuore in attesa dell’incontro. Poi si apre la porta, ed è finalmente un rincorrersi di sguardi e abbracci. Mi rendo conto subito che siamo cresciuti, sicuramente invecchiati un po’, ma siamo sempre una squadra.
Non dimentico che 36 anni fa la classe mi aveva aiutata a fare le scale in seguito ad un’operazione e ora le stesse persone si coordinano per accogliermi e farmi sedere, sollevando la sedia a rotelle… Sì, sono sempre loro.
Trovo delizioso chedopo 34 anni si ripetano le stesse dinamiche tra noi, in un rincorrersi di: “ti ricordi? Mi ricordo!”. Vola qualche lacrima, scuse offerte, strette di mano riparatrici. Tutto molto personale e tutto ciò che accade in classe resta in classe, ma gli adulti che siamo diventati, padri e madri o zie e zii di alunni della scuola ebraica di Milano, hanno voluto restituire il testimone in una sorta di continuum, raccontando che esperienza abbiamo vissuto e come ci abbia traghettati nella vita e nella professione all’insegna della coesione, dell’istruzione e dell’appartenenza a un popolo.
Ethel Eman

• Ricordo la scuola ebraica come un punto di riferimento.

• Un’educazione basata su valori umani con ottimi professori, mi ha preparato per l’università e per il mondo del lavoro.

• La scuola ebraica per me è CASA. Nella mia vita rimane un punto fermo, la mia “comfort zone” e vedo anche negli studenti che la frequentano la sensazione di protezione.

• Nella vita mi ha dato la prima formazione come persona, ma nel lavoro non mi è servita molto.

• Surreale e ovattata, nessun tipo di aiuto nel mondo esterno, mi aiutò di più l’università.

• La mia esperienza alla scuola ebraica è stata davvero un’esperienza a 360 gradi che mi ha arricchita in tutti i sensi. Nei cinque anni di liceo ho nutrito la mente, l’anima, il cuore e mi sono pure divertita. Anni stupendi!

• La mia formazione alla scuola ebraica è stata importante perché oltre a darmi una forte preparazione dal punto di vista didattico, mi ha dato un’identità, delle radici, un senso di appartenenza che mi hanno sempre accompagnata nella vita.

• Mi vergogno un po’ della mia esperienza alla scuola ebraica perché sono stato un po’ troppo delinquentello in quegli anni. Devo però dire che oggi rimpiango il mio comportamento anche se ho dei fantastici ricordi di quel periodo.

• Ritengo la scuola Ebraica un’istituzione fondamentale e importantissima per i nostri ragazzi.

• Nonostante il mio comportamento, la scuola ebraica mi ha dato tantissimo a livello di formazione e dal punto di vista educativo e penso che sia stata un’istituzione molto importante per la mia vita sia personale che professionale.
ALUMNI reunion ‘67/’68: un incontro dopo trent’anni

Dopo esserci rincorsi per anni sui social, ci incontriamo finalmente in occasione del nostro ingresso nei 50 anni grazie ad un’inaspettata presenza a Milano di tutti nello stesso momento… Una segnalazione di WhatsApp e mi ritrovo in un nuovo gruppo con i compagni di classe.

Non si può descrivere la forza del battito del cuore in attesa dell’incontro. Poi si apre la porta, ed è finalmente un rincorrersi di sguardi e abbracci. Mi rendo conto subito che siamo cresciuti, sicuramente invecchiati un po’, ma siamo sempre una squadra.
Non dimentico che 36 anni fa la classe mi aveva aiutata a fare le scale in seguito ad un’operazione e ora le stesse persone si coordinano per accogliermi e farmi sedere, sollevando la sedia a rotelle… Sì, sono sempre loro.
Trovo delizioso chedopo 34 anni si ripetano le stesse dinamiche tra noi, in un rincorrersi di: “ti ricordi? Mi ricordo!”. Vola qualche lacrima, scuse offerte, strette di mano riparatrici. Tutto molto personale e tutto ciò che accade in classe resta in classe, ma gli adulti che siamo diventati, padri e madri o zie e zii di alunni della scuola ebraica di Milano, hanno voluto restituire il testimone in una sorta di continuum, raccontando che esperienza abbiamo vissuto e come ci abbia traghettati nella vita e nella professione all’insegna della coesione, dell’istruzione e dell’appartenenza a un popolo.
Ethel Eman

• Ricordo la scuola ebraica come un punto di riferimento.

• Un’educazione basata su valori umani con ottimi professori, mi ha preparato per l’università e per il mondo del lavoro.

• La scuola ebraica per me è CASA. Nella mia vita rimane un punto fermo, la mia “comfort zone” e vedo anche negli studenti che la frequentano la sensazione di protezione.

• Nella vita mi ha dato la prima formazione come persona, ma nel lavoro non mi è servita molto.

• Surreale e ovattata, nessun tipo di aiuto nel mondo esterno, mi aiutò di più l’università.

• La mia esperienza alla scuola ebraica è stata davvero un’esperienza a 360 gradi che mi ha arricchita in tutti i sensi. Nei cinque anni di liceo ho nutrito la mente, l’anima, il cuore e mi sono pure divertita. Anni stupendi!

• La mia formazione alla scuola ebraica è stata importante perché oltre a darmi una forte preparazione dal punto di vista didattico, mi ha dato un’identità, delle radici, un senso di appartenenza che mi hanno sempre accompagnata nella vita.

• Mi vergogno un po’ della mia esperienza alla scuola ebraica perché sono stato un po’ troppo delinquentello in quegli anni. Devo però dire che oggi rimpiango il mio comportamento anche se ho dei fantastici ricordi di quel periodo.

• Ritengo la scuola Ebraica un’istituzione fondamentale e importantissima per i nostri ragazzi.

• Nonostante il mio comportamento, la scuola ebraica mi ha dato tantissimo a livello di formazione e dal punto di vista educativo e penso che sia stata un’istituzione molto importante per la mia vita sia personale che professionale.